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Siamo nell'estate del 1981. Alla vigilia degli esami di terza media, Nino, un ragazzino di 13 anni, vive la tragedia di Vermicino con un'emozione disarmante. L'idea di salvare Alfredino Rampi diventa urgenza di riscatto personale e collettivo, e continua ad accompagnarlo sino alla soglia dei 30 anni. Quel salvataggio fallito resta una cicatrice mai rimarginata in cui Nino vede il rispecchiamento del degrado che lo circonda; per lui la morte in diretta di Alfredino segna la perdita dell'innocenza per tutta la comunità che vi assiste, l'inizio di un modello televisivo e mentale che l'avrebbe resa più cinica e impotente.